Il problema del marine litter

Il marine litter è definito come un qualsiasi materiale solido persistente, fabbricato o trasformato e in seguito scartato, eliminato, abbandonato o perso in ambiente marino e costiero. Il marine litter consiste quindi in oggetti costruiti ed adoperati quotidianamente dall’uomo e poi abbandonati o persi lungo la linea di costa ed in mare, compresi quei materiali che, dispersi sulla terra ferma, raggiungono il mare attraverso i fiumi, il vento, le acque di dilavamento e gli scarichi urbani.

I rifiuti che si trovano nel mare, una minima parte dei quali è visibile sulle spiagge, possono avere origini marine (smaltimento illegale dei rifiuti prodotti dalle navi, cattive pratiche legate alla pesca, perdita di carichi, ecc.) o terrestri, legate ad esempio alle cattive abitudini individuali, alla scorretta gestione dei rifiuti urbani, alla mancanza o al malfunzionamento degli impianti di trattamento delle acque reflue, allo smaltimento illecito dei rifiuti (discariche abusive), ma anche come conseguenza di alluvioni o altre catastrofi ambientali.

Basti pensare che secondo vari studiosi il problema del marine litter e delle plastiche in mare è stato indicato essere di pari portata a quello del cambiamento climatico in atto.

Molti progetti di ricerca nazionali e internazionali, organizzazioni di volontariato e non profit come Legambiente e associazioni di varia natura, si stanno muovendo tramite campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, eventi di pulizia delle spiagge che coinvolgono cittadini di tutte le età, ed azioni per la diffusione di buone pratiche per ridurre il consumo di plastica e la produzione di rifiuti.